Rezension über:

Catherine Gaullier-Bougassas / Margaret Bridges / Jean-Yves Tilliette: Trajectoires européennes du Secretum secretorum du Pseudo-Aristote (XIIIe - XVIe siècle) (= Alexander Redivivus; 6), Turnhout: Brepols 2015, 513 S., ISBN 978-2-503-55415-0, EUR 90,00
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Rezension von:
Lorenza Tromboni
Dipartimento SAGAS, Università degli Studi di Firenze
Redaktionelle Betreuung:
Ralf Lützelschwab
Empfohlene Zitierweise:
Lorenza Tromboni: Rezension von: Catherine Gaullier-Bougassas / Margaret Bridges / Jean-Yves Tilliette: Trajectoires européennes du Secretum secretorum du Pseudo-Aristote (XIIIe - XVIe siècle), Turnhout: Brepols 2015, in: sehepunkte 16 (2016), Nr. 7/8 [15.07.2016], URL: https://www.sehepunkte.de
/2016/07/27223.html


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Catherine Gaullier-Bougassas / Margaret Bridges / Jean-Yves Tilliette: Trajectoires européennes du Secretum secretorum du Pseudo-Aristote (XIIIe - XVIe siècle)

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Secretum secretorum è il titolo che la tradizione latina ha dato allo speculum principis arabo pseudo-aristotelico Sirr-al-asrar, composto intorno al X secolo. Si tratta di un testo che ebbe un'enorme fortuna e una tradizione tanto duratura quanto ramificata, attraverso numerose traduzioni in lingua greca, latina e nelle lingue vernacolari. Attribuito ad Aristotele, lo speculum è indirizzato al discepolo Alessandro Magno, ma ciò che lo rende speciale è la molteplicità di discipline che vengono trattate insieme al tema politico del governo del principe, che fa da collettore di dottrine alchemiche, astrologiche, mediche, fisiognomiche. Sono giunte fino a noi due redazioni del Secretum: la più breve, in otto libri, è menzionata in un'opera del medico di Cordoba Ibn Gulgul nel 987 e fu tradotta direttamente dall'arabo in castigliano, ebraico e latino, quest'ultima versione ad opera di Giovanni di Siviglia, in Spagna, nelle prima metà del XII secolo, con il titolo di Epistola ad Alexandrum de dieta servanda (ed. Hermann Suchier). La seconda redazione è più lunga e si compone di dieci libri: fu tradotta in latino da Filippo di Tripoli (ed. Robert Steele), nella prima metà del XIII secolo, e in seguito nelle lingue vernacolari; fu la revisione fattane da Ruggero Bacone, però, a dare grande notorietà al testo, poiché questi fece una sorta di commento-chiosa al Secretum, aggiunse una nuova introduzione e gli dette il titolo di Liber decem scientiarum.

Il saggio introduttivo di Catherine Gaullier-Bougassas / Margaret Bridges / Jean-Yves Tilliette, Cheminements culturels et métamorphoses d'un texte aussi célèbre qu'énigmatique (5-26), serve proprio a mettere in chiaro la genesi del Secretum e la maniera in cui è arrivato in occidente: gli autori danno anche notizia delle molteplici influenze che traspaiono dallo scritto, come quella neoplatonica e quella ermetica. Da questa ampia introduzione, nasce la domanda alla quale risponde il saggio di Steven J. Williams, Two Independent Textual Traditions? The Pseudo-Aristotelian "Secret of Secrets" and the Alexander Legend (27-56), sul rapporto tra il Secretum secretorum e gli altri scritti medievali su Alessandro: una rassegna accurata, concepita in rapporto al pionieristico studio di George Cary del 1956, The Medieval Alexander.

Si apre in seguito la parte del volume suddivisa in base alle aree geografico-linguistiche di diffusione e traduzione del testo, la prima delle quali è quella francese, a cui sono dedicati quattro saggi: Catherine Gaullier-Bougassas, Révélation hermétique et savoir occulte de l'Orient dans le "Secretum secretorum" et les "Secrets des secrets" français (57-106), Yela Schauwecker, La diététique dans les "Secrets des secrets" français et ses enjeux épistémologiques (107-136), Denis Lorée, Lire le "Secret des secrets" à l'aube de la Renaissance: l'adaptation française du XVe siècle (137-156) e Christine Silvi, Un texte encyclopédique sous le signe de la mouvance: la diffusion des "Secrets des secrets" français dans les premiers imprimés (XVe-XVIe siècle) (157-186), tra i quali è di particolare interesse il saggio di Yela Schauwecker, che si sofferma sulla parte del Secretum dedicata all'igiene e alla dieta del re trasmessa nelle versioni francesi, mettendo in evidenza le scelte diverse dei diversi traduttori.

Anche per quanto riguarda l'area mediterranea italiana e spagnola, il volume presenta quattro saggi: il primo, di Hugo Óscar Bizzarri, Le "Secretum secretorum" en Espagne: de traité médical à miroir de prince (187-214) prende avvio dalle traduzioni castigliane intitolate Poridat de las poridades e Secreto de los secretos, tracciandone la diffusione manoscritta e l'influenza su altre opere coeve e successive. In appendice, si tratta del modo in cui è stato trasmesso il racconto della fanciulla nutrita con il veleno, mandata dalla regina d'India per uccidere Alessandro. Jesús Pensado-Figueiras, La traduction castillane de l'"Epistola Aristotelis ad Alexandrum de dieta servanda" de Jean de Séville, si concentra sulla traduzione castigliana di Giovanni di Siviglia, il primo testimone della quale è il codice Z della biblioteca del Palazzo Zabálburu di Madrid: il saggio contiene l'edizione critica di questa versione. Michele Campopiano, La circulation du "Secretum secretorum" en Italie: la version vernaculaire du manuscrit de Florence, Biblioteca Nazionale Centrale, Magliabecchi [sic!] XII.4 (243-256) prende in esame una delle versioni italiane del Secretum secretorum (edita da Matteo Milani), conservata nel codice della Nazionale di Firenze, Magliabechiano XII.4, che contiene anche altre opere in volgare. Matteo Milani Un compendio italiano del "Secretum secretorum": riflessioni e testo critico (257-314), presenta l'edizione di un compendio in volgare italiano del Secretum che si è conservato nel Pluteo 44.39 della Laurenziana di Firenze in forma completa, e in altri quattro codici in forma frammentaria.

Dopo i due saggi che esplorano la penetrazione del Secretum in area anglofona, Margaret Bridges, John Lydgate's Last Poem e Anne Caughey / Emily Wingfield, Sir Gilbert Hay, Older Scots Literature and the "Secretum secretorum" (337-358), si trova il saggio di Regula Forster, The German "Secret of Secrets": Between Dietary Handbook and Mirror for Princes (359-386), sulle molte - almeno diciannove prima del 1500 - traduzioni tedesche dello speculum e sul pubblico al quale erano dirette; mentre Christophe Thierry, La fabrique d'une fiction sur Alexandre le Grand: citations du "Secretum secretorum" dans l'"Annexe" de l'"Alexander" d'Ulrich von Etzenbach ("Alexander-Anhang", fin XIIIe-début XIIe siècle (387-426), porta alla luce l'importanza del Secretum secretorum come fonte dell'opera di Ulrico di Etzenbach, poeta tedesco vissuto nel XIII secolo, autore dell'Alexandreis. Éloïse Adde-Vomácka, La réception du "Secret des secrets" dans les pays tchéques du XIIIe au XVIe siécle (427-450) ha indagato la precoce diffusione del Secretum in terra ceca, avvenuta attraverso Albert Behaim arcidiacono di Lorch. Il saggio contiene anche un elenco dei codici che tramandano il Secretum secretorum nei paesi cechi, tutti conservati a Praga.

Gli ultimi due saggi, Shamma Aharon Boyarin, The Context of Hebrew "Secret of Secrets" (451-472) e Elena Koroleva, Le discours politique dans le "Secret des secrets" russe et son influence sur les écrits russes du XVIe siècle (473-496), pongono l'attenzione rispettivamente sulla versione ebraica del testo, intitolata Sod ha-sodot, poco studiata, ma che ebbe una certa fortuna tra XIV e XVI secolo in ambienti ebraici; e l'ultimo saggio, a ulteriore conferma della straordinaria diffusione del Secretum secretorum, ci porta fino agli scritti russi del XVI secolo.

Il volume ha il merito di esplorare molti e diversi ambiti di diffusione di un testo come il Secretum secretorum, la cui importanza nella cultura medievale è confermata sia dalla capillare presenza di questo speculum come fonte di altri testi, in un lungo lasso di tempo, sia come parte integrante - poi come testo gregario - del corpus aristotelicum, come dimostrano le sententiae sul Secretum all'interno dei Parvi flores o di altre raccolte di sentenze aristoteliche. Di particolare interesse sono le sezioni più compatte di questo volume, che, saggio dopo saggio, riescono davvero a ricostruire la tradizione del Secretum (ad esempio in area francofona o italiana) mentre le altre, in particolare gli ultimi saggi, restano meno legati e riescono a dare sprazzi di informazioni, anziché un'immagine soddisfacente del contesto.

Lorenza Tromboni