Rezension über:

Axel Gering: Ostias vergessene Spätantike. Eine urbanistische Deutung zur Bewältigung von Verfall (= Palilia; Bd. 31), Wiesbaden: Reichert Verlag 2018, 419 S., zahlr. Kt., zahlr. Abb., ISBN 978-3-95490-210-1, EUR 29,90
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Rezension von:
Massimiliano David
Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Università di Bologna
Redaktionelle Betreuung:
Matthias Haake
Empfohlene Zitierweise:
Massimiliano David: Rezension von: Axel Gering: Ostias vergessene Spätantike. Eine urbanistische Deutung zur Bewältigung von Verfall, Wiesbaden: Reichert Verlag 2018, in: sehepunkte 19 (2019), Nr. 9 [15.09.2019], URL: https://www.sehepunkte.de
/2019/09/32449.html


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Axel Gering: Ostias vergessene Spätantike

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Negli ultimi venti anni Ostia è divenuta uno dei crocevia internazionali della ricerca archeologica. A Ostia sono infatti convenute missioni provenienti da ogni parte del mondo: tra i paesi coinvolti si possono ricordare il Giappone, gli Stati Uniti d'America, la Spagna, la Francia, la Gran Bretagna, il Belgio, l'Italia e anche la Germania. Tra i più attivi protagonisti di queste ricerche Axel Gering si segnala per le sue indagini svolte a partire dal 2007 e per il suo ruolo di direttore scientifico dell'Ostia Forum Projekt (OFP) operativo dal 2010 su impulso dell'Humboldt Universität di Berlino. Si tratta di un progetto complesso e articolato, centrato sull'area forense, cioè su un settore centrale e cruciale della città. OFP si segnala fin dai suoi primi passi per l'adozione delle più avanzate tecnologie d'indagine, ma anche per la capacità di aprire nuove vie per la ricerca suscitando lo sviluppo di ulteriori sottoprogetti (si pensi agli studi sugli edifici religiosi, sui manti di copertura degli edifici, sul riuso dei materiali lapidei) nati per una sorta di reazione a catena. I risultati sono monitorabili in tempo reale sulla rete (http://ostiaforumproject.com), ma hanno anche un utile riscontro in una ricca e stimolante produzione bibliografica. [1]

In Ostias vergessene Spätantike Gering fa confluire i risultati delle personali indagini autoptiche nel cuore della città oltre che i dati raccolti nel corso delle sue esplorazioni svolte negli archivi ministeriali alla ricerca di dati sui vecchi scavi trovando importanti riscontri specialmente nella documentazione risalente al periodo di Dante Vaglieri (1908-1913) ed in particolare nei giornali di scavo dell'assistente Raffaele Finelli.

L'attenzione dello studioso è puntata soprattutto sugli ultimi secoli di vita di Ostia (III-VIII sec.). L'esame analitico è condotto prevalentemente nei quartieri centrali (in particolare nelle regiones I, II, IV, V con limitati sconfinamenti al di là del circuito murario tardo-repubblicano). La regio III, strategica per la comprensione della presenza cristiana, è quella meno studiata.

La minuziosa lettura o rilettura in chiave stratigrafica di ogni singola frazione del tessuto urbano permette all'autore di ripensare e spesso controvertire molti luoghi comuni consolidati su Ostia tardoantica.

L'idea di un lento declino della città senza eventi catastrofici è ormai sovvertita dagli accertamenti archeologici. Non dalle incursioni di Goti e Vandali, ma da un forte terremoto verificatosi nel 442/443 d.C. va fatto dipendere, per esempio, il crollo del tempio di Roma e Augusto oltre che un duro colpo alla stabilità delle strutture. Rimonta forse al terremoto di quell'anno l'esaurimento della spinta propulsiva della Cristianizzazione: a Ostia non si assiste alla proliferazione delle chiese in ogni quartiere registrabile in molte città dell'Impero nella seconda metà del V secolo.

Dalle indagini del Progetto Ostia Marina si evince che la città fu attinta da gravi esondazioni che interessarono perlopiù le aree periferiche a cavallo tra il IV e il V secolo. [2]

L'autore è poi dell'avviso che all'immagine di una città in crisi già dal III secolo si debba oggi opportunamente sostituire quella di una maturazione definitiva di una nuova vocazione funzionale verso il ruolo - apprezzato dall'aristocrazia romana - di ideale sede per la villeggiatura marittima e termale.

Egli inoltre appare fortemente restio ad accodarsi ai sostenitori di una veloce cristianizzazione della città nel corso del IV secolo né a chi vede i sintomi di un altrettanto rapida sparizione delle religioni tradizionali (aggiungo: spesso impropriamente bollate dalla critica archeologica come "pagane"). La sopravvivenza di una sede mitraica nei primi decenni del V secolo nel quartiere marittimo suburbano sembra rinforzare questa impressione. [3]

Gering non manca di affrontare il tema delle forme del ridimensionamento dello spazio vitale del centro urbano. All'idea di uno spostamento verso la via Severiana del centro di gravità urbano egli preferisce l'immagine di un progressivo, cadenzato e generalizzato indebolimento della densità insediativa con qualche notevole eccezione. D'altra parte ancora nella prima metà del VI secolo l'area forense, pur riformata, manteneva taluni suoi caratteri monumentali e ovviamente doveva essere vitale il polo del gruppo episcopale sulla via del Sabazeo. Aveva insomma ancora l'aspetto di una città e rappresentava un obiettivo militare strategico quell'Ostia vista da Procopio nel corso delle manovre degli eserciti intorno a Roma.

L'autore si propone di trovare riscontri archeologici in altre città del Mediterraneo paragonabili a Ostia: a questo scopo sono chiamati in causa gli esempi di Efeso e di Afrodisia in Asia Minore, ma è evidente che i due confronti sono limitati e ristretti ad uno solo contesto geografico e che rappresentano casi urbanisticamente piuttosto lontani dalla città tiberina.

E' merito anche di questo volume se il Tardoantico ostiense potrà apparire sempre meno dimenticato o trascurato. Il libro si offre alla lettura e alla meditazione degli specialisti e si impone come strumento indispensabile per lo studio di Ostia non solo tardoantica.

Non può essere sottaciuta qualche mancanza. E' assente un indice analitico, ma soprattutto va notata l'estrema povertà dell'apparato bibliografico. Non è infatti giustificabile l'assenza di qualunque menzione degli studi dell'ultimo decennio, segnato peraltro da un poderoso sviluppo delle ricerche su Ostia antica e tardoantica. E' presente in coda al testo una lungo riassunto in lingua italiana (con qualche imprecisione linguistica).


Note:

[1] Cfr. Axel Gering: Genußkultur und Ghettobildung: ist Ostia repräsentativ für Spätantike Metropolen?, in: Die antike Stadt im Umbruch. Kolloquium in Darmstadt, 19. bis 20. Mai 2006, a cura di Rudolph H. W. Stichel / Nadin Burkhardt, Wiesbaden 2010, 92-108; Axel Gering / Lena Kaumans / Luke Lavan: Das Stadtzentrum von Ostia in der Spätantike. Vorbericht zu den Ausgrabungen 2008-2011, in: Römische Mitteilungen 117 (2011), 409-509; Axel Gering: Krise, Kontinuität, Auflassung und Aufschwung in Ostia seit Mitte des 3. Jahrhunderts, in: L'Empire romain en mutation. Répercussions sur les villes romaines dans ladeuxième moitié du 3e siècle. Colloque international, Bern / Augst (Suisse), 3-5 décembre 2009 (= Archéologie et Histoire Romaine; 20), a cura di Regula Schatzmann / Stephanie-Et-Max Martin-Kilcher, Montagnac 2011, 301-316; Axel Gering: 'Main Forum Portico' and 'Architectural Work on the Foro paving by the Berlin team', in: American Journal of Archaeology 116 (2012), Nr. 4, 656, 674-675; Axel Gering: Mit oder ohne Alarich. Geballte Einsturzkatastrophen, Abriss und der letzte monumentale Wiederaufbau des Forums von Ostia im 5. Jh. n. Chr., in: The Sack of Rome in 410 AD. The Event, its Context and its Impact (= Palilia; 28), a cura di Johannes Lipps / Carlos Machado / Philipp von Rummel, Wiesbaden 2013, 215-234; Axel Gering: Ruins, Rubbish Dumps and Encroachment: Resurveying Late Antique Ostia, in: Field Methods and Post-Excavation Techniques in Late Antique Archaeology (= Late Antique Archaeology; 9), a cura di Luke Lavan / Michael Mulryan, Leiden 2013, 249-288; Axel Gering: Le ultime fasi della monumentalizzazione del centro di Ostia tardoantica. Attività della missione della Humboldt-Universität di Berlino tra il 2009 e il 2013, in: Mélanges de l'Ércole francaise de Rome 126 (2014), Nr. 1, 207-225; Axel Gering: Brüche in der Stadtwahrnehmung: Bauten und Bildausstattung des Forums von Ostia im Wandel, in: Stadterfahrung als Sinneserfahrung in der römischen Kaiserzeit (= Studies in classical archaeology; 2), a cura di Annette Haug / Patric-Alexander Kreuz, Turnhout 2016, 247-266; Axel Gering: Marmordepots. Zum 'Recycling' des Forums von Ostia im 5. und 6. Jh. n. Chr., in: Werkspuren. Materialverarbeitung und handwerkliches Wissen im antiken Bauwesen, a cura di Dietmar Kurapkat / Ulrike Wulf-Rheidt, Regensburg 2017, 149-166; Axel Gering: Marble recycling-workshops nearby the Temple of Roma and Augustus: An interim report of the Ostia-Forum-Project's working campaigns in 2013 and 2014, in: Ostia Antica. Nouvelles études et recherches sur les quartiers occidentaux de la cité. Actes du colloque international. Roma-Ostia Antica 22-24 settembre 2014, a cura di Claire de Ruyt / Thomas Morard / Françoise Van Haeperen, Bruxelles / Roma 2018, 23-30; Daniel Damgaard: Ostian marble roof tiles. Aspects of Chronology, Typology and Function, in: Römische Mitteilungen 124 (2018), 177-203; Axel Gering /Laura Pecchioli / Marco Dehner / Bendegúz Takàts: 3D archaeological field recording in Ostia, in: Kermes 107 (2018), 26-32; Daniel Damgaard: Analysis of skylight illumination Using 3D. An experimental case of the Roma and Augustus temple in Ostia, in: Kermes 107 (2018), 55-59.

[2] Cfr. Massimiliano David / Mauro Carinci / Marialetizia Carra / Stefano De Togni / Maria Stella Graziano / Angelo Pellegrino: Fenomeni esondativi del Tevere nell'area della città di Ostia tra il I e il V sec. d.C., in: Roma, Tevere, Litorale. Ricerche tra passato e presente, a cura di Giulia Caneva / Carlo M. Travaglini / Catherine Virlouvet, Roma 2017, 61-68; Massimiliano David: Il suburbio costiero ostiense attraverso la lente del Progetto Ostia Marina. L'insula IV, ix tra passato e futuro, in: Ostia Antica. Nouvelles études et recherches sur les quartiers occidentaux de la cité. Actes du colloque international (Rome-Ostia Antica, 22-24 settembre 2014), a cura di C. De Ruyt, T. Morard e F. van Haeperen, Bruxelles / Roma 2018, 31-44.

[3] Massimiliano David: Una caupona tardoantica e un nuovo mitreo nel suburbio di porta Marina ad Ostia antica, in: Temporis signa 9 (2014), 31-44; Massimiliano David: "Osservazioni sul banchetto rituale mitraico a partire dal 'Mitreo dei marmi colorati' di Ostia antica", in: L'alimentazione nell'Antichità. Atti della XLVI settimana di studi aquileiesi (= Antichità altoadriatiche, 84), a cura di Giuseppe Cuscito, Trieste 2016, 173-184; Massimiliano David: First remarks about the newly discovered mithraeum of coloured marbles at ancient Ostia, in: Mediterraneo antico XX (2017), 1-2, 171-182; Massimiliano David / Stefano Succi / Marcello Turci: First remarks about the pavement of the newly discovered Mithraeum of the colored marbles at Ostia and new investigations on Roman and Late Roman white and colored marbles from Insula IV, ix, in: ASMOSIA XI. Interdisciplinary studies of ancient stones. Proceedings of the XI ASMOSIA Conference, Split 2015, a cura di Daniela Matetić Poljak / Katja Marasović, Split 2018, 33-44; Massimiliano David: Il nuovo Mitreo dei marmi colorati a Ostia antica, in: Ricerche su Ostia e il suo territorio. Atti del terzo seminario ostiense: Roma, 21-22 ottobre 2015 (= Collection de l'Ecole française de Rome, 553), a cura di Mireille Cébeillac-Gervasoni / Nicolas Laubry / Fausto Zevi, Roma 2019, 269-286. Massimiliano David: A newly discovered mithraeum at Ostia, in: Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae, 58 (2018), 117-131.

Massimiliano David