Rezension über:

Sandra Langereis: Erasmus. Biografie eines Freigeists, Berlin / München: Propyläen 2023, 976 S., 18 Farb-, 32 s/w-Abb., ISBN 978-3-549-10064-6, EUR 49,00
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Rezension von:
Angela De Benedictis
Università di Bologna
Redaktionelle Betreuung:
Sebastian Becker
Empfohlene Zitierweise:
Angela De Benedictis: Rezension von: Sandra Langereis: Erasmus. Biografie eines Freigeists, Berlin / München: Propyläen 2023, in: sehepunkte 24 (2024), Nr. 7/8 [15.07.2024], URL: https://www.sehepunkte.de
/2024/07/38925.html


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Sandra Langereis: Erasmus

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Il libro di Langereis è la traduzione in tedesco della edizione originale in olandese pubblicata nel 2021. Nello stesso 2021 ha ottenuto il "Libris Geschichtspreis" per la migliore opera storica dell'anno destinata a un largo pubblico.

Le 976 pagine complessive sono suddivise in un prologo (17-51), in una prima parte costituita da sette capitoli (55-205), in una seconda parte di otto capitoli (207-720), in una terza parte di tre capitoli (721-876). Seguono le informazioni sintetiche sulle piattaforme in cui si possono trovare le edizioni originali delle opere di Erasmo; sulle edizioni moderne dei testi latini e greci erasmiani; sulle traduzioni moderne in inglese, nonché su una scelta delle traduzioni disponibili in tedesco - ovvero sull'epistolario e sulle opere complete - (883-884). La letteratura secondaria utilizzata è indicata alle pagine 885-904. Le note a tutti i capitoli stanno alle pagine 905-966. Infine, l'indice dei nomi si trova alle pagine 967-976.

Il breve spazio consentito per la presente scheda/recensione non consente, ovviamente, di riassumere il contenuto di ogni capitolo, dato che il prologo e i diciotto capitoli si estendono per quasi novecento pagine.

Si può, invece, dar conto di come, effettivamente, il volume di Langereis sia più opera destinata a largo pubblico che lavoro di interpretazione storica, peraltro sempre possibile anche per un autore classico tanto ampiamente studiato come Erasmo.

Rivelatore, in questo senso, è proprio l'inizio del libro, con la data del 27 luglio 1589, quindi centoventi anni dopo la nascita di Erasmo, quando una delle sue statue lascia il porto di Rotterdam (Prolog. Wahre Geschichten, 17). Era collocata nella nave mercantile olandese da guerra Erasmus, che poi avrebbe contraddistinto la storia narrata nel romanzo di James Clavell Shōgun (1975), nonché nel film dallo stesso titolo diretto da Jerry London nel 1980, e ancora in una serie televisiva.

L'attenzione alla fiction viene abbandonata (per quanto, come si vedrà, non del tutto), con i sette capitoli della prima parte (Bevor alles begann, 55-205), nei quali l'Autrice dà conto della prima formazione di Erasmo attraverso la lettura dell'autobiografia Compendium vitae Erasmi nell'edizione del 1524. Una vita vissuta tra i libri fin da piccolo, dal momento che il padre era un copista che portava dall'Italia manoscritti poi destinati alla stampa, e caratterizzata da un segreto (capitolo 7. Erasmus Geheimnis, 177-202). Il padre era anche parroco, e Erasmo suo figlio illegittimo (185), quindi impossibilitato a essere a sua volta un religioso se non a seguito di dispensa papale. La dispensa venne solo da papa Leone X nel 1516 (193).

I primi tre capitoli della seconda parte (Das Spiel und das Brot, 207-720) trattano della ulteriore formazione di Erasmo fino all'università, tra Parigi e Oxford (8. Kloster, 207-266; 9. Hof, 267-286; 10. Universität, 287-358). Particolare attenzione viene dedicata da Langereis agli autori che formano il pensiero di Erasmo, tra i quali Tommaso d'Aquino, di cui l'Autrice ripercorre vita e opere (314-331). Proprio qui si trova, di nuovo, il ricorso alla fiction, in questo caso di un grande studioso: il romanzo di Umberto Eco, Il nome della rosa del 1980 (327) e il film da esso tratto (1986).

Dal capitolo 11 ("Ich werde hier zum Griechen, doch nur ich allein", 359-420) ha inizio la serie di titoli tratti dalla corrispondenza di Erasmo, di cui Langereis fornisce ampi stralci nelle note. In questo capitolo le pagine 364-379 sono dedicate alla edizione parigina dei primi ottocento Adagia (1500), ovvero alle letture che servirono a Erasmo e ai problemi di stampa del volume.

Nel capitolo 13 ("Ihre Lettern werden mein Werck unesterblich machen!", 462-510) si dice dell'acquisizione a Torino del titolo di teologo (settembre 1506), della successiva breve permanenza a Bologna, nonché di quella a Venezia. Qui viene stampata nel 1508, presso Aldo Manunzio, la nuova edizione dei tremila Adagia (477-510).

Che l'interesse di Langereis si appunti soprattutto sul problema della stampa dei suoi libri diventa evidente nel capitolo 14 ("Sprach ist zu dreist? Es war die Torheit, die sprach", 511-548), al cui centro sta il rapporto con Thomas More nella Londra del 1509, le letture di Erasmo dell'opera di San Girolamo, la pubblicazione a Parigi nell'estate del 1511 dell'Elogio della follia, a More dedicato. Dell'Elogio l'Autrice fornisce una ampia sintesi (521-539), ma soprattutto si sofferma sui problemi di stampa, anche di edizioni successive, come quella di Froben.

Nei successivi capitoli della seconda parte (15. "Ich scheine von einer göttlichen Kraft inspiriert zu sein", 549-596; 16. "Das ist mein Spiel, und so muss es von mir gespielt werden", 597-717) che coprono sostanzialmente il periodo dell'insegnamento a Cambridge nel 1511, il nuovo periodo londinese fino al viaggio verso Basilea del 1514, problema principale sono sempre i libri e le loro materiali edizioni.

Non diversamente si può dire della terza parte (Ausgespielt, 721-876) dei relativi tre capitoli (17. "Ich kann die Welt in ihren Grundfesten erschüttern", 721-798; 18. "In Rom nennt man mich Errasmus", 799-851; 19. "Zum Märtyrertum habe ich kein Talent", 852-876).

Terminata la lettura del libro, chi scrive non può fare a meno di chiedersi dove stia il pensatore libero Erasmo nella biografia di Langereis. E in che modo si possa comprendere come Erasmo abbia stimolato e influito sulle élite del XV e XVI secolo, e come abbia influito sul primo pensiero liberale europeo, essendo in quanto tale ancora oggi un modello per noi (dalla IV di copertina). L'Erasmo di Langereis sembra vivere in una Europa in cui le guerre e i conflitti politico-religiosi che la attraversano lungo tutta la sua vita non costituiscano un contesto cui meriti prestare la dovuta attenzione, e proprio in quanto hanno profondamente contraddistinto pensiero e scritti erasmiani. Che il libero pensatore Erasmo abbia ispirato vita e opera di altri liberi pensatori in Spagna e Italia - per quanto impossibilitati, da un certo momento in poi, di manifestare apertamente il loro libero pensiero - è questione totalmente assente dal libro di Langereis. Pure completamente assente è la consistente bibliografia italiana su Erasmo, se si fa eccezione di un saggio degli anni ottanta dello scorso secolo dedicato a due codici scritti dal padre di Erasmo (888).

Nessun cenno alle edizioni critiche italiane di opere di Erasmo: non solo degli Adagia curati da Silvana Seidel Menchi (1980), ma neppure dei Colloquia curati da Adriano Prosperi, nella edizione con testo a fronte a cura di Cecilia Asso (2002), e del Giulio (Iulius exclusus e coelis) con testo latino a fronte, curato, commentato e introdotto da Silvana Seidel Menchi (2014). Eppure, Seidel Menchi è curatrice di alcuni volumi dell'Opera omnia Desideri Erasmi Roterodami pubblicati da Brill a partire dal 1969. D'altra parte, l'Erasmo di Langereis è anche alquanto diverso da quello di cui si può leggere nei dodici saggi scritti da esperti per il recente Companion to Erasmus, curato da Eric MacPhail e pubblicato da Brill nel 2023.

In conclusione: Erasmus. Biographie eines Freigeistes è libro certamente interessante, ma che lascia aperti numerosi problemi, soprattutto tenendo conto delle sue aspirazioni riguardo l'attualità di Erasmo.

Angela De Benedictis