Linda Jones Hall: The Poems of Optatian. Puzzling out the Past in the Time of Constantine the Great (= Bloomsbury Classical Studies Monographs), London: Bloomsbury 2024, XV + 238 S., 23 s/w-Abb., ISBN 978-1-350-37437-9, GBP 85,00
Buch im KVK suchen
Bitte geben Sie beim Zitieren dieser Rezension die exakte URL und das Datum Ihres Besuchs dieser Online-Adresse an.
Linda Jones Hall ha tradotto in inglese i carmi optazianei secondo il testo stabilito da Polara nell'edizione critica del 1973. La studiosa ha esplorato le implicazioni sottese agli artifici visivi dei carmi, con particolare riferimento alla produzione numismatica di età imperiale. L'intento della monografia è di gettare luce sul significato delle parole e dei segni grafici per il lettore coevo al poeta di età costantiniana, evitando interferenze derivanti da moderne teorie ermeneutiche, col rischio di alterare le intenzioni originali dell'autore.
Nell'introduzione (1-25) la studiosa delinea lo "status quaestionis" - con riferimento a bibliografia quasi esclusivamente di area anglosassone - dei nodi cruciali relativi alla biografia di Optaziano: in particolare, la studiosa fa una rapida disamina delle notizie relative alle testimonianze antiche sulla vita di Optaziano, sulla natura e sulla cronologia dell'esilio che gli sarebbe stato comminato da Costantino, nonché sulla sua carriera politica e sull'epilogo della sua esistenza. È fornita un'ampia panoramica in riferimento alle indicazioni topografiche contenute nei carmi (12-15).
Risultano interessanti i parallelismi tra i "vota" inseriti nei "versus intexti" e le testimonianze numismatiche e architettoniche dell'età di Costantino, cui effettivamente la studiosa dedica ampio spazio nel commento ai singoli carmi, dopo averne fatto dichiarazione d'intenti nell'introduzione (17-19).
Per quanto riguarda il paragrafo sulla "biblioteca" di Optaziano (21-25), esso appare come un elenco eccessivamente schematico e poco utile al progresso della scienza letteraria e filologica (potrebbe risultare utile consultare un articolo di Pipitone pubblicato su "Vichiana" nel 2015, con annessa bibliografia, nonché i contributi di Emanuela Colombi sui rapporti tra Giovenco e Optaziano).
Relativamente al commento preposto ai singoli carmi, si può affermare che le note esplicative sono per lo più desumibili dal commento critico ed esegetico di Polara, salvo alcune integrazioni bibliografiche più recenti (soprattutto per i paralleli iconografici e numismatici).
Non mancano, tuttavia, singole proposte interessanti, come nel caso dell'interpretazione della figura delineata nel carme XI, per cui la studiosa suggerisce un parallelismo con una toga senatoriale con strisce laterali (78). Simile proposta è avanzata per il carme XX (112), sebbene - in quest'ultimo caso - sarebbero stati opportuni adeguati riferimenti ai numerosi contributi di Polara sulla struttura metrica dei due carmi complementari XXa e XXb. Nel commento al carme XVIII (102) l'autrice avrebbe potuto trarre giovamento dal sistema di scoli e note d'autore traditi dai codici, funzionali ad avvalorare alcune proposte avanzate nella monografia.
A proposito del carme XXI la studiosa mette in evidenza suggestivi parallelismi iconografici e musivi, che potrebbero essere stati familiari a Optaziano e al Basso dedicatario del testo (117-118). In relazione al carme XXIV la Jones-Hall corrobora la tesi di Polara sull'inautenticità del carme anche sulla base di considerazioni grafiche, come la fattura del cristogramma, che differisce dagli altri raffigurati nel "corpus" poetico (128).
Nel commento al carme XXVI (136) manca qualsiasi riferimento all'articolo di Rosa Maria D'angelo, che per prima ha delineato in modo convincente la struttura metrica dei suddetti versi.
Per il carme XXIX, di un solo verso, la studiosa coglie un'allusione al carme 68 di Catullo e si spinge ad ipotizzare Verona come possibile luogo di esilio per il poeta costantiniano: l'ipotesi risulta suggestiva, tenendo anche in considerazione due visite documentate di Costantino alla città di Verona (144-145).
La bibliografia (209-221) si connota per la ricchezza e l'ampia mole di contributi presi in considerazione. La studiosa privilegia studi archeologici, numismatici e storico-artistici, a dispetto di quelli più strettamente letterari e filologici: per es., vengono citati solo alcuni lavori di Giovanni Polara (sostanzialmente l'edizione critica e la traduzione in italiano), mentre viene assegnato un peso preponderante ai contributi di Michael Squire.
Completano la monografia un indice generale (223-227), in ordine alfabetico sui nomi e le res notevoli, e un Index Locorum (229-238), che contiene gli autori e le opere citate da Optaziano.
In conclusione, l'opera risulta utile per il suo valore riepilogativo e di sintesi della storia degli studi. Singoli punti della monografia contribuiscono al progresso della scienza sull'autore tardoantico, di cui risulta pregevole la traduzione complessiva dei carmi in lingua inglese.
Giuseppe Pipitone