Christoph Begass / Christian Mann / Marco Tentori Montalto (eds.): Money and Honor in Ancient Athletics, Stuttgart: Franz Steiner Verlag 2024, 228 S., 9 s/w-Abb., ISBN 978-3-515-13634-1, EUR 53,00
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Christoph Begass: Die Senatsaristokratie des oströmischen Reiches, ca. 457-518. Prosopographische und sozialgeschichtliche Untersuchungen, München: C.H.Beck 2018
Christian Mann / Sofie Remijsen / Sebastian Scharff (eds.): Athletics in the Hellenistic World, Stuttgart: Franz Steiner Verlag 2016
Christian Mann / Peter Scholz (Hgg.): "Demokratie" im Hellenismus. Von der Herrschaft des Volkes zur Herrschaft der Honoratioren?, Mainz: Verlag Antike 2012
Il volume espone i risultati di un convegno tenutosi all'Università di Mannheim il 25-27 giugno 2022. Gli studi presentati si fondano sull'analisi dettagliata e integrata delle fonti letterarie, epigrafiche e iconografiche utili a illustrare il fenomeno del rapporto tra denaro e/o premi di valore e gli onori nell'agonistica greca; sono tutti corredati di ampia e aggiornata bibliografia.
L'introduzione di Christian Mann (Einführung: Geld, Ehre und Sport in der antiken Gesellschaft, 13-23) riassume i termini della questione: l'esistenza di una contrapposizione nella società greca tra premi di valore o denaro e onori come riconoscimenti attribuiti agli atleti vincitori di agoni. L'antitesi tra denaro e onori era una convinzione radicata nella critica storica del Novecento, frutto di un errore metodologico, cioè dell'applicazione di una categoria moderna al mondo antico, e appare ormai superata, essendo il risultato di una visione antistorica, inadeguata a interpretare lo spirito agonistico della società della Grecia antica. Gli studi attuali concordano sull'infondatezza dell'opposizione tra denaro e onorificenze, entrambi percepiti come riconoscimenti delle abilità atletiche dei vincitori. Il denaro contante non era riprovevole agli occhi dei Greci, nota Mann, ma aveva lo stesso valore di onorificenza e di pubblica approvazione dei premi simbolici e degli onori riservati ai vincitori. Inoltre è inesatto interpretare l'agonistica di epoca ellenistica e di epoca imperiale romana come espressione di decadenza per il moltiplicarsi degli agoni e l'introduzione di premi in denaro contante. Le nuove tipologie di premi riflettono una naturale evoluzione delle competizioni sportive che si adeguano ai cambiamenti sociali e politici dall'arcaismo fino all'età imperiale.
Thomas Heine Nielsen (On the Pursuit of Athletic Glory by the poleis, 25-58) ripercorre la storia dell'agonismo greco fino all'epoca classica, avvalendosi di testimonianze letterarie ed epigrafiche, concludendo che nella società arcaica i premi producono onore per i vincitori anche per il loro valore materiale. Intorno alla metà del VI secolo a.C. le poleis incominciano a incorporare le competizioni agonistiche atletiche e ippiche all'interno di festivals religiosi e a costruire infrastrutture per le esercitazioni: si delinea allora l'identificazione dell'atleta con la propria polis e la definizione di un soft power delle poleis ai fini della propaganda politica.
Georgios Mouratidis (Money, Honour, and Athletics in the Hellenistic polis, 59-74) si concentra sulla documentazione epigrafica di epoca ellenistica (decreti e dediche onorarie) per dimostrare l'infondatezza della contrapposizione tra sport a livello amatoriale e professionale. I concorrenti agli agoni, indipendentemente dalla loro condizione sociale, non ambiscono all'arricchimento materiale, ma al riconoscimento del proprio valore nell'ambito della polis di origine in quanto cittadini meritevoli.
Christoph Begass ("Großzügig", "gerecht" und "vielfach geehrt"? Zur Selbstdarstellung der Agonetheten in Hellenismus und Kaiserzeit, 75-89) analizza la figura istituzionale dell'agonotheta, che a partire dal V sec. a.C. fu incaricata di finanziare le competizioni agonistiche. Attraverso le testimonianze epigrafiche (liste di vincitori, rendiconti dell'amministrazione finanziaria, decreti e dediche onorarie) Begass individua non solo le funzioni e il ruolo politico e sociale degli agonothetai nelle poleis in età ellenistica e imperiale, ma ricostruisce soprattutto l'immagine pubblica di quei cittadini esemplari che usarono il proprio denaro come un mezzo per acquisire consenso nell'ambito della comunità cittadina.
Zinon Papakonstatinou (Sport Prizes in Archaic and Classical Greece: Funeral Games and the Great Panathenaia, 91-113) studia la diffusione di giochi funerari con premi di valore che coesistevano con gli agoni della Periodos per tutta l'epoca arcaica. La pratica dei giochi funerari si estinse con l'affermarsi del processo di istituzionalizzazione delle competizioni agonistiche operato dalle poleis. A questo proposito si sofferma sulla riorganizzazione delle Grandi Panatenee della fine del V sec. a.C., epoca in cui potrebbero essere stati introdotti premi di valore per i vincitori, come nei giochi funebri, importante strumento per veicolare propagandisticamente l'immagine positiva della polis nel sistema di circolazione dei beni di prestigio.
Alexis Dhenain (L'argent dans la motivation des athlètes gymniques à l'époque hellénistique, 115-143) esamina la corposa documentazione epigrafica relativa ai premi concessi ai vincitori di agoni e al loro valore materiale. I premi degli agoni, con rare eccezioni, erano di modesto valore monetario e spesso venivano consacrati nei santuari, volontariamente o per imposizione del regolamento agonistico. Inoltre le spese per la preparazione atletica, per il viaggio, per la commemorazione della vittoria superavano di gran lunga il valore materiale del premio conseguito. Tutti questi fattori consentono di escludere il profitto come motivazione degli atleti, cioè il desiderio di accumulare ricchezza, mentre avvalorano la tesi di una motivazione ideologica, ambizione di gloria e di pubblica approvazione.
Marco Tentori Montalto (Geld und Ehre in der Motivation und in der Selbstdarstellung der Athleten in der Kaiserzeit, 145-174) offre un'ampia rassegna delle testimonianze di epoca imperiale, che illustra l'adeguamento degli agones alle esigenze e alle aspettative degli atleti: il nuovo concetto di isoperiodos, l'introduzione di nuove onorificenze come il diritto di conio, il porporato e la cittadinanza romana, le timai a tempo indeterminato, che assumono la facies di veri e propri privilegi, un notevole incremento dei premi in denaro e l'introduzione dell'autorappresentazione dei vincitori nei palmares.
Arlette Neumann-Hartmann (Ehre und Siegespreise in der Agonistik des 5. Jahrhunderts v. Chr. - Die Perspektive der Epinikien, 175-191) fornisce un'analisi doviziosa della poesia degli Epinikia di Pindaro, Bacchilide, Simonide e Euripide. La poesia celebrativa poneva il focus sull'esaltazione dei vincitori, sulle onorificenze conferite dalle poleis, sulla fama e l'onore, ma mai sul profitto di una vittoria, pertanto essa non consente di stabilire quale ruolo il denaro avesse giocato nella motivazione dei concorrenti.
L'ultimo contributo di Maria Letizia Caldelli (Denaro e simboli della vittoria nell'agonistica di epoca romana: dialogo tra immagini e fonti scritte. Un caso di studio: il mosaico degli aurighi di Ostia, 193-216), conciliando fonti letterarie, epigrafiche e iconografiche, si concentra sulla raffigurazione dei premi in denaro nella rappresentazione dei vincitori, soprattutto nell'arte musiva, come possibile riflesso di una nuova regolamentazione dei premi elaborata in epoca adrianea.
Il volume rappresenta una pietra miliare nella storia degli studi dell'agonistica greca, perché getta le basi per una corretta interpretazione del fenomeno e fornisce linee guida per l'impostazione della futura ricerca scientifica.
Lucia D'Amore