Elisabet Göransson / Gunilla Iversen / Barbara Crostini et al. (eds.): The Arts of Editing Medieval Greek and Latin. A Casebook (= Studies and Texts; 203), Toronto: Pontifical Institute of Mediaeval Studies 2016, XIX + 452 S., ISBN 978-0-88844-203-1, USD 70,00
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Questo volume di esempi editoriali, che raccoglie i lavori di diciannove studiosi riuniti sotto la meritoria egida del programma di ricerca Ars Edendi di Stoccolma, tratta molti dei problemi ecdotici che, qui ed ora, gli editori di testi classici e medievali sono tenuti a risolvere nella loro pratica quotidiana. Vengono qui infatti affrontati alcuni generi letterari e alcune tipologie testuali esemplari e particolarmente problematiche, poiché particolarmente soggetti a perturbazioni nella trasmissione rispetto alle situazioni classiche.
D'altronde, come viene ricordato da Gunilla Jensen nella prefazione, ogni ricopiatura apre ovvie possibilità di ricomposizione testuale, soprattutto riguarda testi 'utili', adattabili a nuovi contesti e questo vale in particolar modo per i testi anonimi e le tipologie testuali considerati in quest'opera collettiva, cioè i commentari biblici, i testi liturgici, le raccolte composite di sermoni modello, i florilegi, a maggior ragione quando si accompagnano nella tradizione a materiale paratestuale, come immagini o notazioni musicali. Va sottolineato che molti dei testi considerati qui appartengono a tipologie anomale rispetto ai canoni della filologia classica, rimaste a lungo ai margini delle iniziative editoriali per molti motivi, non ultimo il fatto che erano testi funzionali, 'utili', considerati meno importanti rispetto ai testi canonici. Si tratta di un pregiudizio ben noto verso la letteratura medievale, che è molto spesso considerata mera Gebrauchsliteratur, talora spregiativamente contrapposta ad altre letterature più alte e nobili. Ed è anche è nota la scarsa considerazione per i moltissimi testi anonimi, che sia pure non attribuibili ad autori importanti, hanno comunque giocato un ruolo importante nella cultura europea medievale proprio per gli obiettivi di efficacia e di utilità che aveva guidato la loro composizione.
I casi presentati qui sono appunto frutto di un'esperienza ecdotica sul campo e sono quindi un'utile integrazione ai casi presentati in alcuni manuali teorici che, in genere, fanno notare gli editori, sono basati su un repertorio consolidato di edizioni classiche che riguardano testi abbondantemente editi e riediti, mentre l'esperienza comune di coloro che vogliono e debbono occuparsi di medioevo è invece quello di dover affrontare la lettura di testi inediti o pubblicati in modo inadeguato.
In ognuno degli studi qui raccolti gli editori hanno affrontato alcune questioni fondamentali: ad esempio collocare i testi nel contesto in cui erano nati, definire il contenuto comunicativo che intendevano proporre e l'uso che se ne prevedeva all'origine, ricostruire gli adattamenti che ne sono stati fatti effettivamente durante la loro storia della loro tradizione testuale, precisare il ruolo dell'autore/compilatore e dei copisti. Le scelte sono state ovviamente differenti, partendo da quella fondamentale: o ricostruire il testo originario, prima di ogni cambiamento intervenuto nella tradizione; oppure proporre il testo nella sua evoluzione dinamica, presentando i suoi diversi stadi e le differenti redazioni al lettore, considerato anch'esso come uno dei fattori variabili da prendere in considerazione.
Utilissimi sono i preamboli che introducono il lettore a ogni caso studiato, mettendo fin da subito in evidenza la tipologia testuale studiata (ad esempio, prosa filosofica, commentari, testi liturgici), il numero e la datazione dei testimoni manoscritti e, cosa notevole ed efficace, i problemi metodologici affrontati e le soluzioni proposte. Naturalmente, coprendo un arco temporale assai ampio, trattandosi del Medioevo, e di due ambiti linguistici differenti (greco e latino) uno dei rischi di questa raccolta di studi era naturalmente una eccessiva dispersione, trattandosi di casi molto diversi tra loro per tipologia, cronologia, tradizione e lingua. I curatori hanno lodevolmente cercato di evitare l'implicito rischio di un eccessivo eclettismo creando una rete di rimandi incrociati, presentati nell'introduzione generale e nella premessa ad ogni studio, che legano tra loro tutti contributi.
Inoltre, e soprattutto, Elisabeth Göransson (Connecting the Case Studies: Editorial Methods and the Editorial Circle Model) offre un quadro d'insieme del volume, rilevando in un'unica cornice, in cui si tratta in generale dei metodi ecdotici applicati, le interconnessioni e le affinità che uniscono gli studi, così come le differenze che li contraddistinguono. A questo proposito, è assai interessante l'immagine utilizzata del 'circolo editoriale', ovvero la rappresentazione grafica delle interazioni che ruotano attorno alla definizione critica di un testo, cioè i fattori esterni (il numero dei testimoni, la presenza di un autore definito), i problemi relativi alla stabilità del testo nella tradizione, il metodo ecdotico da adottare (da quelli che cercano di render conto del'intera tradizione testuale, a quelli più classicamente lachmanniani, ad altri che contaminano in varie forme le tecniche genetiche e genealogiche) e infine le varie forme possibili per la presentazione del testo. Allo stesso modo pare particolarmente suggestiva la proposizione di un diagramma cartesiano a rappresentare le tecniche ecdotiche, ponendo sull'asse delle ascisse le edizioni nella loro gamma tra quelle documentarie a quelle interpretative, e in quello delle ordinate le diverse possibilità tra edizioni puramente sincroniche e esaustivamente diacroniche, in uno schema dove trovano posto le varie possibilità di edizione che vanno dalla mera presentazione di un facsimile (commentato) ad un edizione genealogica solidamente fondata su un esame lachmanniano degli errori, dando conto degli approcci puramente diplomatici a quelli che prevedono una accurata recensione dei testimoni.
La stessa Elisabeth Göransson ripropone nelle ultime pagine alcune considerazioni illuminanti: un'edizione assai raramente può essere considerata come il coronamento definitivo e ultimativo di un progetto di ricerca testuale, essendo comunque frutto di scelte complesse, che hanno dovuto tener conto di alcune priorità, escludendone altre: non ultima è la necessità di una comunicazione efficace al lettore contemporaneo, per cui il materiale documentario viene interpretato. Ma anche in questo caso la tipologia del lettore può variare e così il concetto di leggibilità. Non essendo possibile citare tutti i contributi in questa sede, ci si limita qui a segnalare quelli di A. André (Editing the Gloss (later 'Glossa ordinaria') on the Gospel of John: A Structural Approach), A. Hicks (Editing Medieval Commentaries on Martianus Capella's 'De nuptiis Philologiae et Mercurii': A Synopsis Traditionis), G. Iversen (Liturgical Lyrics in Many Local Versions: Text Edition of Tropes and Prosulas to the Gloria Chant in the Medieval Mass), B. M. Jensen (A Modified Diplomatic Edition of 'Lectionarium Placentinum'), E. Kihlman (The "Representative Text": Editing Sequence Commentaries), E. Odelman (A "Semi-Critical" Edition of the Model Sermon Collection 'Sermones moralissimi de tempore' by Nicholaus de Aquaevilla), S. O'Sullivan (Problems in Editing Glosses: A Case Study of Carolingian Glosses on Marcianus Capella) per le loro proposte innovative, meritevoli di ulteriori discussioni e approfondimenti. Non vanno inoltre sottaciute le tavole bellissime che illustrano ogni capitolo.
Giovanni Paolo Maggioni