Rezension über:

Benedikt Strobel / Georg Wöhrle (Hgg.): Xenophanes von Kolophon (= Traditio Praesocratica; Bd. 3), Berlin: de Gruyter 2018, V + 549 S., ISBN 978-3-11-055944-6, EUR 149,95
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Rezension von:
Tiziano Dorandi
Centre Jean Pépin, Villejuif / Centre National de la Recherche Scientifique / École normale Supérieure, Paris
Redaktionelle Betreuung:
Matthias Haake
Empfohlene Zitierweise:
Tiziano Dorandi: Rezension von: Benedikt Strobel / Georg Wöhrle (Hgg.): Xenophanes von Kolophon, Berlin: de Gruyter 2018, in: sehepunkte 19 (2019), Nr. 1 [15.01.2019], URL: https://www.sehepunkte.de
/2019/01/32564.html


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Benedikt Strobel / Georg Wöhrle (Hgg.): Xenophanes von Kolophon

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La serie Traditio Praesocratica si arricchische di un terzo volume interamente riservato a Senofane di Colofone, poeta e filosofo vissuto tra VI e V sec. a.C.

I criteri seguiti da Strobel e Wöhrle nella preparazione della raccolta sono gli stessi dei primi due volumi e cioè la presentazione di tutte le testimonianze e i frammenti finora consociute sul filosofo presocratico presentate seguendo l'ordine cronologico delle fonti. Per Senofane, sono riuniti e tradotti in tedesco ben 348 testi, in greco, latino, arabo, ebraico, siriaco e armeno. In quanto classicisti, i due autori si sono avvalsi, per la tradizione orientale, e araba in particolare, del contributo di Elvira Wakelnig. I testimoni papiracei sono stati riesaminati da Christian Vassallo.

Il volume consta di tre sezioni. Dopo una breve introduzione (1-7), preceduta da una Vorbemerkung (V) e dall'Inhaltsverzeichnis (VII), segue l'edizione dei testi (9-394) e un lungo, ma prezioso Anhang (395-549). Questa ultima sezione si declina in numerosi capitoli che costituicono uno strumento indispensabile per la lettura del volume: abbreviazioni; edizioni degli autori greci e latini, degli autori arabi; letteratura secondaria sugli autori greci, latini e arabi nonché sulle fonti papiracee; lista delle testimonianze raccolte; indice alfabetico degli autori; concordanza, apparato dei luoghi simili; indice delle persone e dei luoghi geografici; indice analitico (Register der Sachen und Begriffe); "Verzichnis der Belegstellen für die Diels/Kranz-Fragmente (VS 21 B)" e infine un elenco dei papiri.

Nell'introduzione, Strobel e Wöhrle richiamano i principi seguiti nella preparazione della raccolta e in particolare insistono sull'ordine cronologico che presiede alla successione dei testi e sul fatto che ancora una volta la loro intenzione primaria non è un restauro "des möglicherweise originalen Wortlauts oder Werkzusammenhanges der vorsokratischen Philosophen" (2), per il quale rimandano alla sezione B ('Fragmente') dell'edizione canonica di Diels/Kranz. Oltre a Diels/Kranz, si dovrà tuttavia tenere conto anche delle più recenti raccolte di Untersteiner (1956), Lesher (1992) e Laks/Most (2016) nonché, per i frammenti elegiaci, di quelle di Gentili/Prato (2002) e West (1992).

La seconda parte dell'introduzione, di mano di E. Wakenlig, presenta importanti osservazioni sui testi arabi. Particolare attenzione meritano Xen. 271-279 (traduzione araba di Qustā ibn Lūqā dei Placita dello pseudo-Plutarco), Xen. 297 (estratto di Al-Šahrstānī) da leggere in relazione con la testimonianza (Xen. 267) della dossografia dello pseudo-Ammonio, nonché Xen. 304-305 traduzione latina di un originale arabo conosciuta con il titolo di Turba philosophorum. Manca una sezione sulla tradizione papirologica per la quale si veda almeno Chr. Vassallo, "Xenophanes in the Herculaneum Papyri", APF 60 (2014), 45-66.

Il nucleo del volume consiste nella raccolta dei testi accompagnati da una versione tedesca (che riprende talora traduzioni precedenti) e da poche note alcune delle quali assumono la forma di apparati recuperati dalla edizioni di riferimento o redatte appositamente (per i reperti papiracei). I 348 testi, numerati di seguito e presentati seguendo l'ordine cronologico delle fonti che li tramandano, rendono bene conto della diffusione dell'opera e del pensiero di Senofane dal VI/V secolo (la fonte più antica è Epicarmo, citato da Aristotele nella Metafisica: Xen. 1 e Xen. 8) al XV secolo (Xen. 333: Michele Apostolio, †1480). A parte stanno i Testimonia (Xen. 334-348) che è difficile datare precisamente: un epigramma della Anthologia Graeca (Xen. 334) e passi dagli scolii a Aristofane, Aristotele, Basilio il Grande, Dionisio Periegeta, Esiodo, Ippocrate, Omero e Platone (Xen. 335-348).

Ho già avuto modo di sottolineare presentando in questa medesima rivista (9, 2009, Nr. 11 e 15, 2015, Nr. 12) il primo volume della Traditio Praesocratica (nella versione originale e nella redazione inglese curata da R. McKirahan) i rischi che comporta la presentazione dei testi seguendo l'ordine cronologico delle fonti e resto fermo sulle mie posizioni, anche se in questo terzo volume si registra qualche miglioria e progresso.

Di seguito, poche sporadiche note sotto forma di 'Adddenda & Corrigenda', che non costituiscono ovviamente una critica maggiore al volume la cui utilità resta indiscutibile.

Xen. 14-15 - La lettura e la fruizione del "MXG" non può prescindere dalla ricerca di J. Wiesner "Ps.-Aristotele MXG: Der historische Wert des Xenophanesreferat", Amsterdam 1974.

Xen. 26 - L'attribuzione della testimonianza a Senofane si fonda essenzialmente sulla assai azzardata ricostruzione del suo nome (r. 6), suggerita da Vassallo (44 ad loc. "suppleverim e. g."). I versi di Euripide ivi citati (fr. 912 Kannicht) sono ora relegato fra quelli incertae sedis da Kannicht.

Xen. 36 - Il testo è troppo congetturalmente ricostruito non è sempre convincente.

Xen. 53 (94 n. 1) - Meineke non Meinecke.

Xen. 53 - L'identifcazione del Didimo citato da Stobeo con Ario Didimo è tutt'altro che sicura.

Xen. 95-105 - Tutti questi testi derivati dai Placita dello ps.-Plutarco (e lo stesso discorso vale per parte di quelli recuperati nello Stobeo = Xen. 205-218, nello ps.-Galeno = Xen. 243-250 e in Qustā ibn Lūqā = Xen. 271-279) risalgono all'opera 'dossografica' di Aezio la cui cronologia è da porre tra I e II sec. d.C. Sarebbe stato dunque opportuno aggiungere una rubrica consacrata a Aezio e corredare le varie rubriche con rimandi interni.

Xen. 109 - Ovviamente "ps. Lukian".

Xen. 118-121 - L'attribuzione dei Philosophoumena al vescovo di Roma Ippolito resta controversa e una nota in proposito sarebbe stata necessaria se non altro perché se l'autore non è Ippolito di Roma anche la cronologia (e quindi la posizione) dei testi cambia.

Xen. 204-220 - L'editore di Stobeo per Xen. 204-219 è Wachsmuth (non Wachsmuth/Hense). Così come il solo Hense è l'editore di Xen. 219.

Xen. 221-222 - Per i passi dal Contra Iulianum di Cirillo di Alessandria sarà da utilizzare la recente edizione di Chr. Riedweg (Berlin/Boston 2016).

Per certi estratti dallo ps.-Galeno (Xen. 247-250) risulterà ora utile la nuova edizione commentata appena uscita di M. Jas (Weisbaden 2018).

Xen. 257 - L'attribuzione a Hesychius Illustr. è falsa. Si tratta in effetti di un luogo dell'epitome bizantina delle Vite di Diogene Laerzio, integrata con lemmi biografici della Suda, trasmessa da diversi manoscritti, tutti copie dirette o indirette del Vaticanus gr. 96 (XII sec.).

Xen. 269-270 - Non Fozio, ma piuttosto Stobaeus ap. Phot. Qui Fozio riproduce infatti una lista degli autori che lo Stobeo aveva escerpito nel suo Anthologion.

Nella lista dei papiri, infine (549), la maggior parte delle date sono erronee. Il primo papiro è del I sec. av. C. (non II/I) in quanto tramanda un'opera di Filodemo; i seguenti quattro, anch'essi filodemei, sono tutti del I sec. "v. Chr." non "n. Chr."

Non possiamo infine che rinnovare una sincera gratitudine a Strobel e Wöhrle per questa sostanziosa e dotta raccolta in attesa della continuazione di nuovi volumi della Traditio Praesocratica.

Tiziano Dorandi